Teleferica
Pensata per mantenere, nel limite del possibile, una visione abbastanza realistica della costruzione è la copia di una vecchia teleferica fotografata in montagna e adattata alle caratteristiche del plastico.
Le due stazioni sono in compensato con particolari di recupero da altre costruzioni.
Già da 30 anni in attività non denota ancora la sua longevità, i meccanismi sono stati costruiti utilizzando le parti del famoso “meccano”, perni, ingranaggi, ruote, sostegni ecc...
I cavi portanti sono cavetti in acciaio dei freni delle biciclette fissati alla stazione superiore, poggianti a valle su ruote a gola, sono tenuti in tensione da pesi posti al di sotto della stazione. Il sistema funziona in piccolo esattamente come nella realtà, il cavo portante si alza ed abbassa sotto la spinta del carico e della trazione, la puleggia posta nella cabina di monte è solidale al motore e la tensione del cavo traente è data dalle mollette poste sul carrello delle cabine che scorrono appese al loro carrello.
Stazione superiore con ruota traente e contatti di fine corsa.
Il motore e gli ingranaggi sono posti nella stazione superiore così come il contatto per lo stop e l’inversione delle cabine. Tale motore è regolabile per avere una velocità realistica rispetto al tracciato e la ripartenza avviene dopo un tempo stabilito.
Le cabine sono costruite in lamierino di ottone su una struttura di tubolare di ottone e rifinita con particolari in filo zincato.
Il carrello è composto da una struttura in lamierino con perni per quattro ruotine in ottone. Gli attacchi su perno delle cabine permettono un movimento realistico.
Il pilone intermedio, per permettere il superamento del crinale, è sempre fatto in ottone con rotaia portante e ruotine a gola per il supporto della corda traente.
Un pezzetto di plastica trasparente per i vetri, qualche figura in scala ed ecco fatto!!!