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Elettronica

Il quadro di controllo sovraintende al funzionamento e tutto il necessario per questo è racchiuso nel retrostante spazio. Se in funzione automatica permette di seguire i convogli ed intervenire manualmente in caso di problemi. In funzione manuale, tutte le possibilità di funzionamento sono ripetute sul pannello.

A sinistra controllo di luce sala e plastico, comando semafori, avvio teleferica.

Al centro, pannello di monitoraggio convogli. L'impostazione manuale si esegue selezionando la via o le vie con i pulsanti inviando il comando alla memoria a diodi che imposta i deviatoi lungo il tracciato e predispone le tensioni sui vari tratti.

Per contenere tutti i componenti ho utilizzato delle schede forate che servono da supporto ai circuiti stampati, ai relais, ai dissipatori e morsettiere di connessione.

Tali schede scorrono su rotaie in legno e possono così essere spostate per la manutenzione ed ogni scheda può essere tolta staccando la morsettiera che la collega ai fili di connessione. Man mano che si prosegue descriverò in modo semplice le funzioni dei progetti.

Con impostazione automatica i tracciati sono fissi su: due semirotazioni con scambio convogli in stazione quindi quattro convogli  in  movimento oppure due rotazioni  con fermate temporizzate in stazione quindi due convogli in movimento. Il sistema a blocchi è sempre in funzione.

Quindi a destra si trovano i comandi di alimentazione dei vari tracciati con relativi controlli di cortocircuito e/o sovraccarico, controlli tempi di partenza, velocità ecc..

L’impianto elettrico è di tipo tradizionale, il plastico è molto vecchio e si è sviluppato nel tempo tra una modifica ed uno spostamento, ma sempre utilizzando il materiale a disposizione, quindi la parte elettronica si è inserita sulla parte elettrica sempre utilizzando materiale discreto, in parole semplici non utilizzando microchip e sistemi digitali, ma transistor, resistenze e condensatori.

Il sistema richiede quindi l’utilizzo di tantissimi fili che portano tensioni agli elementi da utilizzare e ricevono segnali dai vari sensori lungo la linea.

Nella foto si vedono le connessioni tra le schede ed il pannello di controllo e la partenza dei cavi verso gli attuatori. Da questa massa di fili vediamo di estrapolare i vari componenti del sistema elettrico.

Alimentazione elettrica del complesso.

Tre trasformatori da 200w per corrente di trazione, luce/segnali, deviatoi e servizi, uscite di tensione 12/24v

Quattro trasformatori da 30w per sensori, attuatori esterni, altre alimentazioni separate, uscite di tensione 5/10/15v

La prima parte importante è costituita dai raddrizzatori che provvedono a dare corrente continua a tutto il complesso.

Sono dei comunissimi raddrizzatori a ponte seguiti da condensatori che livellano la tensione, anche se giustamente si può obiettare che per i motori dei treni è meglio tensione non lineare ovvero con una buona componente alternata ma per utilizzare i transistor che operano sulla linea occorre una buona tensione continua quindi parto da questa poi, per la trazione, correggerò con apporto di alternata.

A seguito di ciò, occupiamoci del movimento treni prevedendo la necessità di far partire e fermare i convogli con regolarità senza brusche frenate o partenze quindi occorrono variatori di tensione automatici.

Occorre un variatore per ogni tratta che deve essere controllata quindi uno per ogni binario di stazione, uno per ogni blocco sul circuito, uno per ogni circuito autostradale ecc...

Il sistema a blocchi permette di far funzionare più treni sullo stesso anello e come abbiamo detto il circuito è un unico anello ed i punti di sorpasso sono solo in stazione per cui occorre tenere i convogli distanti uno dall’altro di almeno una tratta e una di queste schede eseguono il controllo.

Per sentire il treno sulle tratte ho usato un transistor per ogni tratta interessata che rileva, attraverso la bobina del motore, la sua presenza e invia un segnale istantaneo di inserimento sulla tratta ed uno continuo per segnalare la permanenza dell’occupazione.

Gli scambi, che sono il problema maggiore per un plastico dimensionato su grandi possibilità di smistamento, sono stati studiati così:

  1. Tutti i convogli possono entrare in stazione su un binario qualsiasi quindi gli scambi devono obbligatoriamente posizionarsi a gruppi omogenei a seconda del tracciato che si desidera far seguire.
  2. Gli scambi dopo la sollecitazione ad agire devono segnalare la loro effettiva manovra.
  3. Il tutto può essere eseguito a mano o con comando dai convogli (sensore su tracciato).

Per fare ciò ho utilizzato una memoria a diodi, la quale cablata in modo da ottenere le configurazione volute, indirizza gli impulsi ai vari scambi ed è quindi necessario un solo impulso per ogni tracciato che si desidera fare seguire.

Pannello diodi e banco relais per scambi.

I sensori di passaggio del convoglio inviano un impulso per il comando scambi o preindirizzamento i diodi interessati al comando fanno scattare gli attuatori a relais posizionando così i deviatoi e predisponendo le tensioni necessarie alla tratte interessate.

La teleferica è controllata da questa scheda che temporizza la fermata, inverte le tensioni per la risalita, regola la velocità del motore traente.

Anche il ciclo del primo binario che consente ad un convoglio di andare sino alla stazione di montagna, fermarsi per un tempo prefissato e ritornare, utilizza una scheda simile e la differenza consiste solo nell’ingaggiare anche la scheda di partenza e rallentamento convogli.

Le luci di sala sono accese ed a richiesta del quadro controllo inizia il ciclo giorno/notte.

Le luci si abbassano di intensità simulando una situazione di tramonto con illuminazione pubblica e ferroviaria che si accende prima del vero buio.

Cala la notte si illuminano i negozi quindi le finestre dei caseggiati in modo sparso da un piano all’altro, prosegue il ciclo notturno, le case sono illuminate e dopo un certo periodo si spengono nuovamente in modo sparso sino a spegnersi completamente compresi i negozi.

La luce risale lentamente simulando l’alba ed il giorno, illuminazione pubblica e ferroviaria si spegne al raggiungimento di una certa luminosità e le luci sala vanno al loro massimo.

Naturalmente le luci sala sono comandate da un piccolo circuito elettronico, ma le simulazioni sono attuate da un motorino con albero su cui sono montate le camme e che è stato costruito tanti anni fa (come si vede dalla foto) e non è ancora obsoleto.

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